Storia della rivoluzione russa by Lev Trotsky

Storia della rivoluzione russa by Lev Trotsky

autore:Lev Trotsky
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Rivoluzione russa,
editore: Sugar
pubblicato: 2017-07-06T04:00:00+00:00


LA CONTRORIVOLUZIONE RIALZA LA TESTA

Durante i primi due mesi, benché formalmente spettasse al governo Guckov-Miljukov, di fatto il potere era interamente concentrato nelle mani del Soviet. Durante i due mesi successivi, il Soviet si indebolì: una parte dell’influenza di massa passò ai bolscevichi, una parte del potere fu trasferita al governo di coalizione nei portafogli dei ministri socialisti. Sin dall’inizio dei preparativi dell’offensiva si accrebbe automaticamente il peso del comando militare, degli organismi del capitale finanziario e del partito cadetto. Prima di versare il sangue dei soldati, il Comitato esecutivo procedette a una abbondante trasfusione del proprio sangue nelle arterie della borghesia. Dietro le quinte, le fila erano tenute dalle ambasciate e dai governi dell’Intesa.

Alla Conferenza interalleata apertasi a Londra, gli amici occidentali « dimenticarono » di invitare l’ambasciatore russo: fu chiamato solo dopo aver ricordato loro la sua esistenza, dieci minuti prima dell’inizio della seduta. Per di più non c’era posto per lui attorno al tavolo e dovette così infilarsi tra i francesi. Questa vessazione all’ambasciatore del governo provvisorio e le dimissioni dei cadetti dal ministero a scopo dimostrativo ebbero luogo il 2 luglio : i due avvenimenti avevano un solo, identico scopo: obbligare i conciliatori a cedere. La manifestazione armata svoltasi successivamente doveva tanto più esasperare i dirigenti sovietici in quanto, sotto il duplice colpo, avevano concentrato tutta la loro attenzione in direzione opposta. Dal momento che bisognava portare il giogo sanguinoso al seguito dell’Intesa, si sarebbero potuti trovare intermediari migliori dei cadetti. Ciajkowsky, uno dei più vecchi rivoluzionari russi, che nei lunghi anni di emigrazione si era trasformato in un liberale moderato di stampo britannico, sentenziava: « Per la guerra ci vuole denaro e gli Alleati non daranno denaro ai socialisti ». I conciliatori erano imbarazzati da un simile argomento, ma ne comprendevano il peso.

I rapporti di forza si erano nettamente modificati a svantaggio del popolo, e nessuno poteva dire in quale misura. Gli appetiti della borghesia, in ogni caso, erano cresciuti più delle sue possibilità. In questa indeterminatezza risiedeva la causa dei conflitti, poiché la forza delle classi si verifica nell’azione e gli avvenimenti di una rivoluzione non sono che una continua verifica di questo tipo. Ma, qualunque fosse l’ampiezza dello spostamento del potere da sinistra a destra, riguardava poco il governo provvisorio sempre inesistente. Si possono contare sulle dita gli uomini che nelle critiche giornate di luglio si interessarono del gabinetto del principe Lvov. Il generale Krymov, lo stesso che in passato aveva condotto le trattative con Guckov a proposito della deposizione di Nicola II — incontreremo tra poco per l’ultima volta questo personaggio — inviava al principe un telegramma che finiva con il seguente ammonimento : « È tempo di passare dalle parole ai fatti ». Il consiglio aveva un tono da presa in giro e non faceva che sottolineare maggiormente l’impotenza del governo.

« Ai primi di luglio — scriveva in seguito il liberale Nabokov — per un breve istante il potere sembrò riguadagnare autorità: fu subito dopo lo schiacciamento della prima offensiva bolscevica.



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